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Prosequite or dunque ad onorar Colui, che tanto orebbe la gloria e la fama degli Urbinati, coll'essere larghi di compati

mento a chi studioso di tramandarne le più esatte memorie ai tardi secoli, forse non avrà talvolta, mancando al divisato scopo, corrisposto alla vostra aspettuzione. E colle proteste del più alto rispetto paso a dichiararmi

Delle S. V. Illustrissime

Milano, a primi di giugno 1829.

Umil. Devot. Obbl. Servidore

FRANCESCO SONZOGNO qm Gio. BATT.

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IL GENERAL CONSIGLIO, avutane finalmente la superiore approvazione, acconsente con lietissimo animo che gli sia dedicata la traduzione italiana della Storia della Vita e delle Opere di RAFFAELLO scritta dal signor QUATREMERE DE QUINCY. Ringrazia poi la S. V. non solo di questo singolar favore che gli ha si cortesemente profferto, ma ancora della cura che si è tolta di onorare co' suoi tipi la memoria di quell' URBINATE, al quale è toccato di potersi levare per modo sopra l'umana condizione, che il mondo ha

voluto con rarissimo consenso sopracchia

marlo DIVINO.

Mi pregio di dichiararmi con verace

stima

Urbino, 9 maggio 1829.

Suo Obbl

RAIMONDO MARCHESE ANTALDI

GONFALONIERE

Sig. Franc. Sonzogno q.m G. B. tipografo

Milano

Appena fu conosciuta in Italia l'Histoiré de la Vie et des Ouvrages de Raphaël scritta dal valentissimo Quatremere de Quincy, s'alzarono ad encomiarla le voci concordi dei Buoni e degli Intelligenti. I primi, ricordando nell' Autore di essa quell'uomo ingenuo e coraggioso, cui va debitrice di gratitudine la nazion nostra, per quella sua nobilissima e franca opposizione al traslocare dall'Italia in Francia i monumenti d'Arte, ardimento che in que' tempi difficili poteva costargli presso men che la vita, sentirono a raddoppiarsi in loro que' medesimi sentimenti di grato animo: e comechè sapessero che la scelta del soggetto veramente sublime devesi fare dallo storico senza riguardo nè a tempo, nè a nazione; tuttavia riconobbero in questa storia del Quatremere quella nobile rettitudine di pensare, che rende l'uomo, bensì raramente, superiore a tutti i pregiudizj nazionali, e alle aberrazioni dal vero in che questi quasi sempre conducono. I secondi maestri dell'arte pittorica, ò studiosissimi delle sue opere, giudicando questa Istoria coi sussidj dell' arte stessa, o colle cognizioni acquistate per uno stu

dio

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