Imágenes de páginas
PDF
EPUB

pide era logora e a sinistra danneggiata. Se <<< intera ci fosse pervenuta vi si ravviserebbero << esametri come sul vaso Galassi di Cere ».

DI VALESIO

X.

Balesio o Valesio, è città affatto distrutta tra i maccheti e le paludi dell'agro brindisino, discosta tre miglia circa dal mare e presso S. Pier Vernotico. Ivi si guardano ancora avanzi superbi delle sue mura e della via trajana, proseguimento dell' Appia da Brindisi ad Otranto. Si dice avere avuto in mezzo una fonte e se ne addita il sito ov'è una voragine. Spesso nel suo terreno s' incontrano sepolcri, iscrizioni, vasi, bronzi, gemme incise e monete della Grecia, della Magnagrecia, romane e bizantine.

Il Mommsen attribuisce a detta località la presente iscrizione, e crede che probabilmente il de Leo l'avesse spedita al Mola, il quale in un articolo intitolato: Su d'una pietra con greca leggenda rinvenutasi tra le rovine dell'antica Balesio nella lapigia. (Giornale di Napoli n.41, 15 giugno 1798) la pubblicò. Ma in vero l' Albanese nel suo manuscritto citato lib. 1, c. 9, aggiungendovi la X alla fine dell'ultima parola, la riporta come rinvenuta ad Oria, così dicendo: « E mentre, che si

fabbricava la chiesa dei frati di S. Francesco << di Paola nel 1759, quindici palmi sotterra fu rin<< venuto un sepolcro lungo palmi undici, cinque << largo ed alto sette con un cadavere dentro che « si disfece in polvere al contatto dell' aria. Di<< pinto era questo sepolcro nello interno con va. «rie e vaghe figure; conteneva molti vasi di cre<< ta, anche così colorati, e un coperchio di marmo « su cui stava incisa la iscrizione ».

Dal detto manuscritto il Papatodero tal quale la tolse, e incontrasi pubblicata nella sua Fortuna di Oria, edizione del 1865. Diss. 11, c. 5, dove afferma essere stata rinvenuta nel suo paese ai tempi di Ortenzio Pagano. La spiega così: sepolcro di Damatria.

DI LIZZA

XI e XII

In uno amenissimo sito dell'agro gallipolino sorge novella e prospera la grossa borgata detta Villapicciotti, dove in origine per guerre e sventure medioevali sofferte si rifuggiarono profughi quei di Gallipoli. Fuori le sue abitazioni si scorge una chiesa (è la parrocchiale) tra lo stile gotico e del cinquecento, denominata Santa Maria della Lizza, nelle quali vicinanze si scavano talvolta molti avanzi antichi. Vogliono, ed il Cataldi lo

addimostra all' evidenza, essere stato il sito dell'antica Aletium. Qui nel podere detto Raggi ad oriente cento passi discosti dal borgo, chiusi con lapidi o nel vivo sasso tagliati, nel 1744 vi furono scoperchiati sepolcri con Messapiche iscrizioni, oltre i vari e molti vasi di creta pieni di monete d'argento di conio greco. Il de Tommasi raccolse poscia l'iscrizioni che pubblicate nei suoi Capricci Poetici furono finalmente riprodotte dal Mommsen e dal citato Cataldi.

Appartengono a questo luogo le due qui da noi riportate. Pare che il Mommsen nella 11 vi scorgesse la parola Alezio, ed avverte, che il Iannelli ed il Ravenna riproducendole entrambe le gua

starono.

XIII.

Giusta le osservazioni del Mommsen la presente iscrizione dev'essere una sola e non già in due come piacque al de Tommasi ed al Cataldi di dividerla, scrivendo con il primo e con a il secondo. Si legge da destra a sinistra.

XIV.

Il Cataldi ce la offre lungo una sola linea, mentrecchè il de Tommasi colle quattro ultime lettere la fa correre su due. Il primo di essi però aggiun

ge così. «Un nostro amico letterato s'è compiaciu<< to trasmetterci la spiegazione dell'epigrafe da «< noi riportata, e interpetrata in tal modo: Hoc sa« xum tegit juvenem disertum (nomine) Tibas. << E noi pure conveniamo, che l'iscrizione possa << contenere un tal concetto, e ci attendiamo << delle altre un simile dono ».

XV.

Ecco che ne dice di quest'altra lo stesso Cataldi a p.50: « In un podere non molto lungi della «< chiesa (S. Maria della Lizza) appartenente al << nostro onorevole ed erudito concittadino D. An<< tonio Arciprete de Pace, scavandosi il suolo per << le fondamenta di un casamento alla profondità << di palmi... si rinvenne un sotterraneo, al quale << discendevasi per una scala. În faccia al muro << eravi scolpita l'antica iscrizione. Vi si scavo « eziandio un vaso d'argilla, che mi assicurò lo << stesso signor Arciprete, essere un sestario ».

XVI e XVII.

Le due parole di quest' ultima leggenda potrebbero dividersi, seguendo il Mommsen, in due leggende distinte, ovvero secondo il Cataldi formarne una sola, diversa dall'altra che unicamente conserva il secondo vocabolo, qual si vedrà al

n. 27. Ora ascoltiamo le notizie che di essa lo stesso Cataldi ci offre.

<< Ci narravano gli avi nostri, son sue frasi, che << coltivandosi la terra in questi dintorni si tro<< vavano spesso antiche monete, ferri per vari << usi domestici, tegole e rottami di fabbriche, « vasi di creta, spezzoni di lapidi, antichi sepol<< cri ecc. Ma noi, meglio di essi, come testimoni « oculari attestar possiamo questa verità. Avve« gnacchè per la costruzione della nuova strada < provinciale, che da Gallipoli transita per Aliz<«<za, come dianzi è detto, e pei casamenti, che << di giorno in giorno si vanno costruendo in Vil

lapicciotti, si è dovuto necessariamente sca<< vare pelle fondamenta il suolo in maggior pro«fondità. In questo rincontro si son scoverti, e << tutto di si discuoprono, antichi sepolcri, che << vieppiù confermano i racconti degli avi nostri.

« Oltre le antiche monete greche e romane, << che arandosi il suolo si trovano e van nelle mani « di tutti, si son trovati eziandio non pochi vasi << di argilla di varie forme e figure, e tra questi << alcuni molto eleganti e belli, che ci ricordano << lo stato florido e prospero delle arti e delle ma<< nifatture de' nostri antenati.

<< In un podere olivato anni addietro, a pochi << passi distante dalla chiesa parrocchiale, appar<< tenente alla nobile famiglia dei signori Tafuri

« AnteriorContinuar »