Imágenes de páginas
PDF
EPUB

quanto gli spetta, piace rammemorare quello che avvenne tra il Tommasi, il Lombardised, il Mommsen. per cui questi potè spingere il suo passo avanti, e rammemorarlo colle stesse pa role del Casotti, che ne intessè la storia. OR

[ocr errors]

Il secolo per eccellenza scettico (egli dice nella sua lettera proemiale agli scritti inediti e rari di diversi autori rinvenuti in Terra d'Otranto) rivocò in dubbio la sincerità di siffatte scrizioni. Ma i moderni filologi si sono potuti non solo assicurare coi propri occhi della verità di quelle; ma hanno potuto ancora tentare di deciferarle. Difatti il Dottor Mommsen rivolto a Roma agli studi degli antichi dialetti italiani, avuto per sorte tra le mani alcune di tali iscrizioni pubblicate in un opuscolo del de Tommasi di Gallipoli, gli venne voglia d' averne un maggiore numero per istudiarle, ed a tal fine diresse a lui una lettera, che qui voglio riportare colle sue stesse parole.

« Illustrissimo signore-Se non lo studio delle << scienze e la premura di fare ogni cosa pel van. << taggio di esse scuserebbe anche un soverchio «ardire, non m'indirizzerei certamente da lei, <<< forestiero come sono e a lei affatto ignoto. Ma << siccome dopo aver letto quel suo libro dove ella << ha voluto aggiungere alla leggiadra favella <<< della poesia la dottrina salda e sorprendente << per la novità dell'oggetto, dico quei Capricci

[ocr errors]

poetici pubblicati da lei nel 1830, sono restato << persuaso di quell'ardore per rischiarare le anti<chità di questo bel paese e di quel caldo amore << per la patria che l'ha spinto a pubblicare que-<< sto suo saggio: essendo anche io messo a si<<mili studi per il solo amore delle scienze e di << questa felice contrada, mi fo arditamente a pre<< sentarle ciocchè io bramo di ottenere da lei... << Bramo ottenere dalla sua gentilezza una copia << del suo opuscolo per poter studiare queste la

pidi Messapiche a tutto mio agio. Siccome però quelle da lei pubblicate sono poche, e per uno << studio così difficile e nuovo sarebbe a deside<< rare una base più estesa, ella mi obbligherà più <«< che non possa esprimerle, mandandomi copie << esatte delle altre, che come sono assicurato << da molti, restano tuttavia inedite in quei pae« si....... Lei che ha liberato alcuni di quei te<< sori dai carceri a cui tanti secoli gli avevano << condannati, non avrà discaro certamente di << condurre i loro compagni pure alla luce della << pubblicità, e ciò in un giornale così stimato co<< me sono gli Annali dell'Istituto Archeologico a << Roma, dove verrà stampato ciò che lei ci favo«risce ecc. ecc. Napoli li 26 novembre 1845. De<< votissimo ed Umilissimo-Teodoro Mommsen << Dottore in Dritto della Germania ».

Dopo che il de Tommasi ebbe inviato al Dottor

Mommsen buon numero delle nuove iscrizioni che gli aveva richieste, si ebbe al marzo 1846 un'altra lettera nella quale gli diceva:

<< Non ebbi tempo ed agio di studiare questa lingua curiosa e difficilissima. Siccome sto per << fare un altro viaggio nel regno, che forse forse << mi procaccerà l'onore della sua conoscenza per<<sonale; ma avendo comunicate le copie rice<<<vute al sig. Cavaliere Welcher della direzione << dell'Istituto, letterato di fama europea, com'ella <«sa, ben esso pure si accorse dell' importanza di <<< questa comunicazione, scoprendoci essa un dia<<< letto italico di cui fin ora non s'ebbe nessuno «sentore ecc. ».

E con altra del 23 luglio 1846 si dimostrava desideroso venire in Lecce ed osservare coi propri Occhi le iscrizioni Messapiche che gli aveva esso de Tommasi inviate « per chiudere la bocca (sono « sue parole) a coloro che vogliono quelle iscri<<<zioni essere false. Io, è vero, sono intimamente << persuaso che sono genuine, ma conosco in Ita<< lia e in Germania uomini assai distinti, che ne << dubitano ecc. ecc. ».

Difatti venne in Lecce nell'ottobre del 1846 e fu ancora ad Oria, a Brindisi, a Ostuni, a Taranto, ed in qualche altro luogo di questa Provincia. In quèl rapido suo viaggio, che fu di pochi giorni, egli fu soddisfattissimo non solo di

aver veduto coi propri occhi due iscrizioni Messapiche, ch'erano in Ostuni sopra due grandi macigni trovati nel 1845 e di poterle trascrivere e di cavarne i calchi; ma eziandio d''aver conosciuto in Oria l'Arcidiacono Giuseppe Lombardi, il quale

gli comunico varie sue opinioni intorno all'alfa•

beto e lingua dei Messapi ed alla numismatica oritana, che per suo letterario passatempo aveva registrato in certo suo manuscritto.

Certificato adunque il Mommsen della sincerità di tali iscrizioni, provveduto di notizie e chiarimenti sui luoghi ond'erano state cavate, diedene in luce in tre tavole 59 in uno opuscolo, che ha titolo Iscrizioni Messapiche, pubblicato in Roma nel 1848.

DI VASTE

I.

È questa la prima e la più antica lapide con caratteri della lingua Messapica avvertita tra l' ultima metà del XV, o principii del XVI secolo, rinvenuta a Vaste, e tramandataci dal Galateo nel suo aureo trattato de Situ Tapygiae, dove su tal proposito così si esprime:

Dista otto miglia di là da Muro la borgata di «Vaste; altrettanto è lontana da Otranto. Altri

A

<< la dicono Vaste, altri Vasten o Vastan. È appena ora un piccolo villaggio abitato da quindici fa«miglie. La città era di mediocre e giusto giro, << avente parte sopra basso poggetto e parte nel << piano. Fuori vi si trovano moltissimi sepolcri,

pieni di vasetti di creta di elegantissima forma, « é di ossa e ceneri di morti, ed in alcuni armi di « bronzo rose dal tempo ed anelli di oro rozzi, e << non abbastanza lévigati. Fu trovata in questi « ultimi anni una lapide scolpita colle seguenti <«<lettere, che non tralascerò di riportare in que<sto luogo, imperocchè sono queste le sole reli<« quie d'una antichità tanto remota... Queste let-: << tere furono erroneamente credute saracene dai « naturali; ma a mio credere, dico, che giudicano « più rettamente coloro i quali le stimano etni«che o pagane. Imperocchè, come penso, sono << lettere Messapiche, delle quali prima della ve« núta d'Idomeneo si servivano, come ho detto, «i Giapigi. La lingua Messapa o Peucezia, nella «quale Brindisi significa capo di cervo, intiera«mente perì, come l'Egizia, la Punica, la Osca, <lay Volsca, l'Etrusca ed altre molte in si lunga << vetusta. Di quella lingua non rimane altro che «queste poche lettere, le quali volli trascrive<re..... Un esemplare delle medesime volli spe<< dire al Pontano, ad Ermolao, ad Azzio..... al << Cariteo, al Summonte, e ad alcuni altri. Tutti

3

« AnteriorContinuar »