La Gerusalemme liberata: poema, Volumen1

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G. Molini, 1818
 

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Página 2 - l vero condito in molli versi, I più schivi allettando ha persuaso: Così all'egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso; Succhi amari ingannato intanto ei beve, E dall'inganno suo vita riceve.
Página 160 - Con questi detti le smarrite menti Consola, e con sereno e lieto aspetto; Ma preme mille cure egre e dolenti, Altamente riposte in mezzo al petto. Come possa nutrir sì varie genti Pensa, fra la penuria e fra 'l difetto; Come all' armata in mar s' opponga, e come Gli Arabi predatori affreni e dome.
Página 95 - Qui mille immonde Arpie vedresti e mille Centauri e Sfingi e pallide Gorgoni, molte e molte latrar voraci Scille, e fischiar Idre e sibilar Pitoni, e vomitar Chimere atre faville, e Polifemi orrendi e Gerioni; e in novi mostri, e non più intesi o visti, diversi aspetti in un confusi e misti.
Página 2 - Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de
Página 180 - ... 1 monte e la pianura. Quivi, da che il suo lume il sol ne porge in sin che poi la notte il mondo oscura, s'asside, e gli occhi verso il campo gira e co' pensieri suoi parla e sospira.
Página 45 - Ed oh mia sorte avventurosa a pieno! oh fortunati miei dolci martiri! s'impetrerò che giunto seno a seno l'anima mia ne la tua bocca spiri: e venendo tu meco a un tempo meno in me fuor mandi gli ultimi sospiri.
Página 99 - Sia destin ciò ch'io voglio: altri disperso sen vada errando; altri rimanga ucciso; altri, in cure d'amor lascive immerso, idol si faccia un dolce sguardo e un riso...
Página 25 - Il dì seguente, allor che aperte sono Del lucido oriente al sol le porte, Di trombe udissi e di tamburi un suono, Ond'al cammino ogni guerrier s' esorte. Non è sì grato ai caldi giorni il tuono Che speranza di pioggia al mondo appone, Come fu caro alle feroci genti L'altero suon de
Página 194 - O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea, E mi conforta pur che m'avvicine: Così a mia vita combattuta e rea Qualche onesto riposo il ciel destine, Come in voi solo il cerco, e solo parmi Che trovar pace io possa in mezzo a l'armi.
Página 17 - E ben nel volto suo la gente accorta legger potria: « Questi arde, e fuor di spene »; così vien sospiroso, e così porta basse le ciglia e di mestizia piene. Gli ottocento a cavallo, a cui fa scorta, lasciar le piagge di Campagna 74 amene, pompa maggior de la natura, ei colli che vagheggia il Tirren fertili e molli.

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