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valle di Navase, tener parimenti di Bovegno. Altra pirite cuprea trovasi sul monte Eser vicino ad Irma, che differisce dalla prima nella tessitura e nel colore; ed una terza si è pure trovata a contatto del ferro spatico in una miniera spettante a Collio detta il Diamante.

Alla collezione mineralogica dell' Ateneo furon recati in dono alquanti saggi di miniera di rame recentemente scoperti nelle colline prossime a Maderno. Il minerale è in forma lamellare, accompagnato da modica quantità di os sido, ed è frapposto ad uno schisto rossigno a strati verticali o di poco inclinati. Il metallo vi sembra abbondante traendone giudizio dal peso e dai grumi di rame quasi puro, che vi si veggono.

Un solfuro di rame, e piombo riunito al quarzo, e all'arenaria si rinviene al ponte del Fusinetto presso Bovegno; ed altro pure sul monte Muffetto. Nella Valle di Vesgheno in forma angolare veggonsi disperse delle masse d'antimonio grigio. É presumibile, che siensi staccate dal Muffetto, monte disseminato di questo, e d'altri minerali,

LITAN TRACE

Questo nostro fossile non ha di comune col carbon di terra d'altrove, a rettamente parlare, che il colore, e talvolta qualche somiglianza

di forma. Si è scoperto ad Oriolo contrada di Vallio (Valle Sabbia) in filone verticale, matrice calcare, di un nero lucido, struttura schistosa, che facilmente si sfalda lasciando degli angoli affilati, crudo alquanto, leggero. Brucia ma con difficoltà svolgendo molto fumo denso e nero. Rimane dopo la combustione, ed incandescenza molta scoria nera facilmente riducibile in polvere, che contiene delle particelle di ferro attraibili dalla spranga calamitata.

Dell' argilla bituminosa in massa, che si sminuzza in ischegge schistose vi si è pure rinvenuta tra gli strati della calcaria. Arde con molto stento, sebbene a contatto di carboni accesi. Perde pochissimo del suo peso, ed il copioso resi duo dopo la torrefazione, anzichè di cenere, ha l'aspetto di terra cotta.

Il medesimo luogo ne offre un terzo in forme romboidali. Sembra essere marna indorita compenetrata da modica quantità di sostanza bituminosa. Posta al fuoco stentatamente brucia, e con pochissima perdita del suo peso primitivo; la rimanenza è terra rossigna facile a risolversi in polvere nera. Ivi pure si è scoperta della lignite.

VEGETABILI

Ai fossili vengon di seguito i vegetabili, dei quali compendieremo il lungo catalogo attenendoci ai più rari delle montagne più elevate.

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Oltre quelle che fluiscono a Milzanello per tinenti al genere delle acque ferruginose epatiche, e quelle d' Irma diffusamente illustrate da' antichi scrittori, e daʼmoderni riconosciute commendevoli soltanto per la loro leggerezza, tre altre fonti furono non ha guari scoperte una in Val Lumezzane; l'altra a S. Colombano; la terza a Bovegno. Tutte sono limpidissime: la prima emette forte odore di gaz idrogeno solforato, che gradatamente perde all' aria amosferica, e all'azione del calorico. Nell' uso si è trovata uti

lissima a debellare le più pertinaci malattie cutanee. Quella di S. Colombano, e di Bovegno sono di natura marziale, e contengono in dissoluzione del bicarbonato di ferro: sono esse frequentate con molto vantaggio.

SCORSA

AL LAGO DI GARDA

Le amene colline che a contatto di Brescia sorgono dal lato orientale, gradito soggiorno al cittadino nella stagione autunnale, non sono che appendici di montagne maggiori, le quali fanno con esse la più lontana base dell' alpi Retiche. All'osservatore, che le mira dalla vasta pianura si presentano coll' aspetto di lunga catena discorrente all' est nord-est. Picciole vallate ne interrompono il filo, e tra queste ve n'ha una maggiore in cui muove il Chiese, fiume che trae la sorgente dai monti Trentini, il quale forma delle sue acque il lago d' Idro. Ripigliato corso bagna porzione della Val Sabbia, e finalmente a Gavardo fluisce al piano.

Nelle vicinanze di questa terra comincia altr'ordine di colline, che volgono al sud, e ricingono la parte sud-ovest del lago di Garda disegnando la così detta Bassa Riviera. Seguendo

via alti monti continuano sin oltre Italia opponendo alle acque benacensi da Salò a Riva un argine insormontabile.

Per ciò che spetta alla costituzione di questi monti il naturalista avrà già avvertito, che il materiale componente incomincia dalla marna indurita, passa alla calcare stratificata in istrati orizzontali, ora in tavole assottigliate, ora in grandi banchi di pasta granulare più o meno fine ed omogenea, la quale quasi sempre è di un bianco sudicio che degrada al giallognolo. Talvolta però è di tinta rosso-bionda in grado debole e a grandi macchie più decise; tal' altra brecciato coi medesimi precitati colori; e finalmente brecciato con macchie minute rosso di mattone bagnato su fondo rosso chiaro (tutte tre nella medesima cava sotto S. Gallo). Ora fuliginoso a varie gradazioni (a Virle); ed ora screziato, e che ha qualche somiglianza nel complesso al diaspro di Sicilia, perciò così denominato dagli scarpellini (a Paitone). Queste varietà di marmi sono suscettive d'esser levigate.

Tranne le ammoniti, che in copia s'incontrano sparse sui colli adjacenti alla città nelle pietre marno-calcari, e segnatamente a S. Eufemia e nelle vicine cave, pochi altri vestigi di corpi marini si manifestano in questi monti, eccettuati alcuni dei quali parleremo a suo luogo.

Nelle ricordate colline di S. Eufemia, e nei monti di Serle, e in quelli, che susseguono è

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