Imágenes de páginas
PDF
EPUB

de' Bresciani co'Milanesi contro Como (1119) (1); e la spedizione in Palestina di molta valorosa gioventù nelle crociate di Corrado III, e Lodovico VII (2).

Nella seconda calata di Federico Barbarossa (1158) mise Brescia a fronte dell' armi imperiali le proprie schiere: cedette al numero, ma si conservò fedele nell'alleanza de' Milanesi per ventidue anni nell' ultimo de' quali nelle pianure di Legnano ov' ebbe tomba l'esercito di Federico, fu vinta la gran lite dell'italiana libertà (3).

Nuove guerre furonle promosse (1191) dai Bergamaschi, e dai Cremonesi, le quali terminarono colla rovina totale delle forze nimiche. Terribile tremuoto nel 1222 scrollò la maggior parte degli edifici e, circa pure a questi tempi lo stremo de' viveri scemò di molto la sua popolazione (4), la quale dovette anche soggiacere nel 1238 a duroassedio postole da Federico II°, che fu poscia obbligato a levare. E calamità maggiori ancora non tardò a sofferire da Ezzelino, il quale, sgominato l'esercito bresciano a Gambara (1258) occupata la nostra terra vi commise le più or

(1) Anonym. Comensis poem. MURAT. Scrip. Rer. Ital. T. V.

(2) CAPREOLI. Cron. lib. V. (3) Ann. d' It.

1

Brix. S. p. 204.

Nel 1184 fu

stabilita la zecca in

DONEDA. p. 8.

Brescia: Mem. sulla zecca B.

(4) MALV. Cr. Mss.

rende crudeltà. Ma mortalmente ferito a Cassano dal Bresciano Mazzoldo Lavellongo (1), cadde Brescia in potere di Uberto Pelavicino signor di Cremona. Altri tiranni succedettero ad essi in guisa che in pochi lustri ebbe a sottostare alla dominazione di cinque differenti padroni.

In sì frequenti mutazioni di signoria, i due partiti non cessavano di travagliarsi reciprocamente, benchè ad ammansare i turbolenti molto adoperassero zelanti claustrali (2), e in peculiar modo il vescovo Berardo Maggi, il quale assunto al reggimento di Brescia pose in bando que' facinorosi, che più si opponeano alla quiete civile (3). La sua morte avvenuta nel 1308 fu epoca di nuove sciagure.

Durissimo assedio sostenne Brescia nel 1311 per cagione di Tebaldo Brusato, il quale rappattumato dall' Imperatore coi Maggi, fe' ritorno alla patria per ridestare con i suoi Guelfi nuovi tumulti, e far vendetta dell'onte, e danni sofferti. Irritato Arrigo per sì strano procedimento venne a Brescia col barbaro proposto di distruggerla (4).

(1) MALV. Cr. Mss.

(2) Brix. S. in Guallam Ep. et succ.

(3) In contraddizione di ciò, che del nostro Berardo riferisce il Rossi. Elogi ec. veggasi il FERRETO scrittor quasi contemporaneo al Maggi nel Cron. Vicetiæ. MURAT. Scrip. Rer. It. T. IX. p. 1031. e MALVEZZI. Cron.

(4) CAPR. Cron. Lib. VII.

Tebaldo dopo quattro mesi d'assedio in una sortila cadde in poter dell'Imperatore da cui fu dannato a supplicio atrocissimo. Indi a non molto per mediazione de' legati pontificj conclusa pace co' Bresciani, entrò in città facendo contro la data fede smantellar mura, torri, e gravando gli abitanti di tasse immoderate.

I Guelfi di nuovo prevalenti diedero Brescia in balìa di Roberto re di Napoli (1) (1319); e da esso passò a Giovanni re di Boemia figliuolo di Arrigo VII (1330); e poscia a Mastino della Scala, che vi dominò dal 32 al 37: finalmente ad Azzo Visconti, il quale quietati i partiti vi fece rifiorir la pace (2).

Mentre Caterina vedova di Galeazzo (1404) reggea il ducato di Milano nella minorità di Filippo Maria, si riaccesero in Brescia le ire di parte, e le fazioni più che mai fieramente si rabbuffaron insieme. Chiesta d'ajuto dai Ghibellini Bresciani Caterina, tra gli altri capitani spedì Pandolfo Malatesta signor di Rimini. Colta egli l'occasione d'indennizzarsi d'un suo credito colla Duchessa concertatosi co' Guelfi della città, dopo finti assalti fatti per palliare coi movimenti dell'armi la sua fellonia, prese possesso per se medesimo di Brescia. Tenne il principato dicia

(1) MALV. Cron. Mss.
(2) MURAT. Ann. d' It.

sett'anni, che cedette per patto a Filippo Maria nel 1421 (1).

Ma il ferreo giogo sotto cui gemeano i Bresciani non potendo più oltre essere tollerato, si determinarono per sottrarsi da Filippo, offerire il dominio di Brescia alla Repubblica Veneta, la quale mandò il Carmagnola con potente esercito (1426). Le schiere ducali si ritiraron lentamente portando la desolazione ovunque s' accampavano; ma sterminate a Maclodio, e fatto prigioniero il loro generale in capo, Carlo Malatesta, Brescia fu nell'accordo ceduta a' Veneziani (1428) (2).

La pace non ebbe lunga durata. L'ambizioso Filippo trovò pretesti per muover l'armi nuovamente a danno de'Veneti; e dopo vari conflitti con diversa fortuna, e varie tregue, il suo generale Nicolò Piccinino pose l'assedio a Brescia (1438).

La difesa ne fu sostenuta più che dai veneti soldati dai cittadini; e vi presero parte persino i vecchj, le donne, e i fanciulli. L'assedio continuò per quasi due anni, nel qual periodo i Bresciani dimostrarono raro esempio di fedeltà al proprio principe sopportando con somma costanza e fortezza d'animo, gli effetti funesti del contagio a un tempo, e della fame, e i colpi di un nimico formidabile (3).

(1) MURAT. Ann. d' It.

(2) Idem.

(3) CRISTOFORO DA SOLDO ch'ebbe parte nella difesa

Sciolto l'assedio, e dopo un anno fermata pace, corsero di mezzo insino alla lega di Cambrai quasi settant'anni, non affatto privi di gloria pe'Bresciani; imperciocchè con militi, e pecunia furon larghi di sovvenimento agli eserciti della Repubblica nelle quattro guerre, che in questo secolo ebbe a sostenere contro gli Sforza, Turchi, Fiorentini, e l'imperator Massimiliano.

Conseguenza della lega fu la battaglia di Agnadello, che decise della sorte di Brescia (1509). Lodovico XII° vi fece in essa solenne ingresso con fasto insino allora sconosciuto (1). Ma cresciuta fuor di modo l'arroganza de' Francesi, e le molestie d'ogni fatta non potendosi più oltre sofferire dai cittadini, il conte Luigi Avogadro si fe' capo di funesta congiura. Scopo di essa era di assoggettar Brescia nuovamente a' Veneziani.

Disvelata la trama i congiurati s'impossessarono nondimeno della città ponendo a morte quei Francesi, che non s'eran tratti di pericolo. Gastone di Fois nipote del re udito l'avvenuto, patteggiata tregua col Cardona generale spagnuolo, partì da Bologna, e con grande celerità giunse

[ocr errors]

e ne stese il giornale. Cron. Mss. EVANGELISTA MANELMUS. Comm.lus de obsidione Civit. Brix. FRANCISCI BARBARI, epist. ad Senatum Ven.; ad Hermolaum Barbarum; ad Fr. Guarinum, Malvetium

[merged small][ocr errors][merged small][merged small]
« AnteriorContinuar »