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a recar ajuto a' suoi commilitoni penetrando nel forte pella porta del soccorso. Chiamata la resa, sulla negativa de' cittadini scendono furibondi i Francesi dal castello, e presa con molto stento la città, vien messa per tre giorni a miserando sacco (1) coll'eccidio di parecchie migliaja di abitanti (1512). Avvenimento sì grande fu accompagnato dalle calamità che seco mena la guerra; ma finalmente nel 1516 ebbero termine colla pace, che assicurò alla Signoria Veneta il dominio della città.

Agli spaventi dell' armi succedettero quelli del contagio, il quale nel 1575, e poscia nel 1630 desolò città, e contado. Altro disastro non meno terribile, e che segna epoca dolorosa nella storia bresciana, fu l'esplosione, per cagion di fulmine, di polvere d'artiglieria custodita in una torre colla ruina di porzione di città e colla morte di molti abitanti (1769) (2).

Ebbe luogo finalmente nel 1797 il rivolgimento politico provocato dall' armi francesi per cui Brescia fu staccata dal governo veneto; il qual avvenimento, ed altri succedanei, e perchè comuni ad altre città dell' Italia superiore, e perchè ricordati da' valenti scrittori, riputiamo inopportuno rammemorare.

(1) Lo SPINI, e il GUICCIARDINI dicono sette giorni, il MURATORI due; e l'ANSELMI che si trovò presente, tre.

(2) GARBELLI. Ruine di Brescia.

PITTURE

ED ALTRI OGGETTI

DI BELLE ARTI

PARTE SECONDA

NOZIONI PRELIMINARI.

Secondo

econdo le ultime osservazioni è stata determinata la posizione geografica di Brescia a g. 45, 32, 30 di lat. nord; e a g. 7, 53, 54 la longitudine presa dal meridiano di Parigi. E fu parimenti determinata la sua elevazione sopra il pelo dell'adriatico a m. 148, 63 calcolata nel giardin botanico di S. Domenico.

Dal 1820, al 1830 il massimo dell'alta temperatura fu di g. 27, 00 (1824); e a g. 10, 25 sotto zero (1829-30) misurato con termometro diviso in So parti. Temperatura desunta dalle medie decennali 11, 35. Altezza barometrica desunta come sopra 27, 08, 72.

Dalle memorie tramandateci dai padri nostri apparisce che Brescia romana si estendea in parte sul vicino colle di S. Fiorano. Ma distrutta nella seconda irruzione de' barbari in Italia, dopo non molti anni fu riedificata in sito meglio accomodato al bisogno degli abitanti. Il suo ricinto co

minciava dalla Porta Bruciata (1), proseguiva a Porta Paganora, e comprendendo l'attual teatro si prolungava a mattina sino alla Porta S. Andrea situata alle radici del prefato colle di S. Fiorano, unendosi a quell'appendice di esso, ove dappoi fu edificato il castello (2).

Questo ricinto fu opera de' Goti i quali, siccome si disse a pag. 22. nel 563 assediati in Brescia dovettero cedere ai Greci vincitori.

Nel tempo che dominava Italia Carlo Magno dagli scrittori patrj si fa menzione di forte muraglia, che avea principio al piede del castello, vicino all'attual Porta delle Pile, e continuava

(1) Al dir del MALVEZZI. Cron. Mss. cosi denominata per incendio avvenutovi nel 1184 mense July. (2) Questo ridotto militare per la prima volta fu fatto fabbricare da Giovanni Arcivescovo, e Luchino fratelli Visconti signori di Milano l'anno 1343 Ind. XI isolandolo dalle prossime colline. Ciò consta da una lapida posta nel secondo ricinto di esso. Nel 1370 Barnabò Visconti ampliò le fortificazioni. CORIO. p. 3.-MURAT. Ann. d'It. Innanzi quest'epoca il monte era popolato di case, e cosparso d' ulivi. Nel libro Poteris Mss. trovasi registrato, che nell'undecimo anno dell' impero di Corrado II, che corrisponde al 1037 ebbe luogo un patto, in forza del quale Olderico vescovo, per sè, e suoi successori, promette ai cittadini nullum ingenium... nullum edificium facere in illo monticello qui extat infra eandem civitatem Brixiam a parte montis etc.

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