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sino alla Palata (1); quindi dirigendosi a S. Francesco, e piegando a mattina si congiungeva verso Paganora al muro sopradescritto.

Non gran tempo dopo, e nuovamente nel 1248 fu scavata larga fossa a sicurezza delle molte case costrutte fuori del ricinto mentovato, le quali formavano i sobborghi della città dal lato meridionale, ed occidentale.

Il vescovo Berardo Maggi durante il suo principato restaurò quella porzione di mura, che minacciava ruina (1298); ne aggiunse di nuove con propugnacoli, torri, porte, ed altre difese come attesta il Ferreto (2). Tale aggiunta, pensa taluno, essere quel muro che avea incominciamento all'occidente della porta Pile, e continuava in retta linea riunendosi all'altro più antico verso la Palata; delle quali costruzioni, e di quelle più sopra accennate, veggonsi anche al dì d'oggi avanzi cospicui.

La cittadella nuova, di cui trovasi menzione frequente nelle nostre storie, venne munita di grossa muraglia da Filippo Maria Visconti nel 1423. Avea, oltre ad alcuni portelli, quattro porte, due orientali, e due occidentali; incominciava a Broletto, proseguiva in retta linea al Dosso unen

(1) Torre innalzata nel 1253, che trasse nome da uno stecconato di pali. Sorgea a cavaliere della porta, la qual avea opera avanzata sino all'attual Porta San Giovanni.

(2) Cron. Vicetiæ.-MUR. Scrip. Rer. It. T. IX. p. 1031.

dosi alle mura, che partivan da Porta Bruciata. Comprendea il Castello e il palazzo di Broletto; le due Cattedrali, molte case, il battistero di san Giovanni Batista, e la Chiesa de' santi Crisanto, e Daria (1).

Nel 1472 d'ambi i lati della ricordata fossa, dopo sei anni di lavoro, furono compite le cortine in pietra, terrapienate, con torrioni, che ricingon la città in quella forma medesima, che si vedono al presente, pagandone la spesa in tre eguali porzioni il Senato Veneto, la nostra città, e il territorio (2).

Intorno alla metà del XVI.° secolo la Repubblica Veneta giovandosi di Michele Sammicheli diede opera a rendere la Città più forte nelle sue difese. Furon perciò eretti il gran bastione della Pusterla, e il non minore di Canton Mombello, e quel de' Teatini, con casematte e cannoniere, de' quali bastioni angolari da taluni dicesi inventore il prefato architetto (3). Fece pure nel castello altr' opere di militare architettura.

Queste nostre mura hanno cinque porte; girano quasi tre miglia compreso il colle su cui

(1) ZAMBONI. Fab. di Brescia p. 18. nota 3.. 116. — Rossi. Elogi p. 146.

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e p.

(2) CRISTOFORO da SOLDO. Cron. Mss.-MAZZUCCHELLI. Racc. di priv. della Cit. di Brescia.

(3) VASARI. Vita dell'Architetto.-MAFFEI. Ver. ill. SCARABELLI.- RONZANI. Fab. di Michele Sammicheli.

s'innalza il forte, e ricingono 3570 'case che albergano oltre a 34,000 abitanti. Le scorron nel mezzo due fiumicelli, che danno movimento a filatoj, mulini, ed altre macchine. A comodo della popolazione, e ad ornamento della città somministrano acqua più di mille quattrocento cinquanta fontane. Gl'Imperadori Augusto, e Tiberio trassero da una sorgente in Val Lumezzane le acque occorrenti ai bagni, agli euripi, e ad altri usi, siccome attesta un marmo del nostro museo lapidario, ed altro riferito dal Rossi. Ma rovinato l'acquidotto, e deviate altrove le acque, ne' secoli barbari fu condotta in città l'acqua, che in larga vena scaturisce a Mompiano. In qual tempo ciò succedesse non ben si scopre: l'autorità cui s' appoggia il Biemmi Storia di Brescia pare a noi si riferisca ad altro.

Parlando delle meccaniche particolarmente esercitate dai nostri artigiani, meritano attenzione le manifatture dei diversi oggetti in ferro ed acciajo sia d'armi da taglio e da fuoco, che qui ricevono compimento e perfezione, sia intorno a ciò che spetta al coltellinajo siccome rasoi, istromeuti chirurgici, forbici, ed altro. Occupa alcune migliaja di telai, molti in città, e più nel contado la fabbricazione d'ogni sorta di telerie in lino e cotone, come ancora in lana, e seta. La facitura d'ogni utensile in rame, ottone, bronzo; come altresì la preparazione d'ogni fatta di cuoio, fa porzione delle nostre industrie.

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PITTURE

ED ALTRI OGGETTI

DI BELLE ARTI

ITINERARIO PER LA CITTÀ

DUOMO VECCHIO

Prima di scendere in questo tempio jemale

vedesi la mezza luna sulla quale è dipinta M. V, Assunta, Giuseppe Tortelli bresciano.

Questa maestosa rotonda cogli annessi ambulacri deve annoverarsi tra i più antichi edifici cristiani da noi posseduti, e tra i più rari, che sieno rimasti illesi nell' universale rinnovamento delle Chiese; e ritenersi ancora tra i pochissimi esempli, che di siffatta configurazione siasi data in que' tempi in Italia alle Basiliche Sacre.

Rodolfo notajo cronista dell' XI.° secolo ne ascrive la fondazione al Conte Raimone luogo

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