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tenente imperiale in Brescia per Carlo Magno (1) pochi anni dopo il 774 in cui ebbe termine la dominazione Longobarda colla presa di Pavia. Nel 838, forse in occasione di suo compimento, o consecrazione, dal vescovo Ramperto venne fatta la traslazione delle reliquie di S. Filastro dalla chiesa di S. Andrea a questo tempio, da esso chiamato mater Ecclesia hyemalis, e riposte nella confessione, o chiesa sotterranea (2).

Alcuni gradi che ricingono la curva della volta esterna hanno destata l'idea, ch'essa, nella guisa medesima del Pantheon a Roma, avesse in origine una coperta di metallo, strappattale in appresso dai barbari, verisimilmente gli Ungheri in qualcuna delle molte irruzioni fatte in Lombardia nel X.° secolo: e quindi verso al mille si ricorresse a più sicuro modo per salvarla da ulteriori danni innalzandole intorno l'attual tamburo con parastate, moltiplici fenestre, allo scopo, forse, di alleggerirne il peso ; e nella sovraincombente cornice laterizia impiegando degli archetti bisantini: forme, e materiali precedentemente sconosciuti, ma che pienamente convengono all' epoca sovraccennata. Dalle arcate interne del tempio venne rimossa

(1) RIDOLFUS NOT. Histor. presso il BIEMMI. Stor. di Brescia V. II. p. 15.

(2) Il discorso di Ramperto per la riferita trasla

zione sta in Collec. PP. Brix. Eccl. p. 331.

(1456) ogni antica decorazione in iscoltura con manifesto danno della storia dell' arti. Il piano della Basilica era molto più basso dell' attuale, ed ornato con musaici (1). Ê presumibile, sull'esempio d'altri consimili edifici, che avesse degli scaglioni col mezzo de' quali dalla piazza inferiore si salisse al tempio. Al vedersi ora inverso l'ordine delle scale pensi il lettore quante macerie di case atterrate, e quanti materiali sieno scesi dal monte, ov'è posto il castello, a dare a questa parte di città nel corso de' secoli piano sì differente dall' antico.

Le due grandi cappelle col presbiterio furono aggiunte ne' primi anni del secolo XIV.o; e nel 1342 venne consagrato l'altar maggiore, mentre governava la Chiesa bresciana Jacopo degli Atti (2). Nuovamente nel 1490 fu ampliato il coro; e le cappelle mentovate nel 1571 ricevettero nuova forma dall' Architetto G. Maria Piantavigna bresciano.

Le statue in marmo poste ai fianchi del pulpito esprimenti la Fede, e la Carità, scolpite da Alessandro Vittoria, ornavano il monumento sepolcrale del vescovo Bollani, prima che fosse guasto per la caduta d'alta torre posta all' ingresso del tempio.

La mezza luna coi SS. Faustino e Giovita

(1) Rossi. Mem. Bres. pag. 16.

(2) Brix. Sac. pag. 307.

fu dipinta dal Tortelli; e la gran volta a cassettoni, da Pietro Pupilli.

Primo Altare. S. Martino a cavallo. È pittura

che manifesta la scuola di Tiziano. Pietro Rosa bresciano ne fu l'autore, il quale non ebbe fama proporzionata al merito. In questa tela fece conoscere, che alla vigoria di colorito non iscompagna la buona composizione, e al regolar disegno unisce un chiaro-scuro, che dà molto rilievo alle parti.

2. Angelo Custode, Bernardino Gandini bresciano. Nel vicino monumento figurato vi giace Lambertino da Bologna nostro vescovo, morto nel 1349.

La cupola a destra venne dipinta nell' architettura, da Tommaso Sandrino bresciano; e nelle figure, da Francesco Zugno bresciano. La sinistra, da Gaetano Bacinelli; le figure, dal Sig. Sopra la sagristia Francesco Maffei colorì la traslazione di quattro SS. VV. da S. Pietro in Oliveto, alla Cattedrale.

Pietro Deorazio.

3.o S. Liborio vescovo, Tortelli.

4. Nell' ingresso della cappella Francesco Barbieri da Legnago espresse i due Vangelisti Matteo e Giovanni; e Girolamo Romanino bresciano la raccolta della manna in due quadri. Nell' interno: Abramo riceve da Melchisedecco pane, e vino; i Vangelisti Luca, e Marco; il convitto dell' agnello pasquale; il Redentore; l'Elia dormiente; il sagrificio d'Isacco, sono tutte opere.

di Alessandro Bonvicini detto il Morello uno dei più valenti discepoli di Tiziano, e de' più eccellenti artisti della scuola bresciana; se non che la prima di queste dipinture fu terminata da Agostino Galeazzi di lui scolare. All'altare sotto cristalli si vede Gesù Cristo flagellato.

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Altare Maggiore: La Vergine Assunta, Moretto. Busto del R.° P. Alessandro VIII.° fu Pietro Ottoboni Vescovo di Brescia; e i due puttini in marmo, scolture di Orazio Marinali.

6. Due gran quadri, fattura di due pittori bresciani Grazio Cossali, ed Antonio Gandini occupano i lati di questa cappella. È del primo l'apparizione della Croce a Costantino; appartiene al secondo il Duca Namo, che consegna ai magistrati della città le SS. Croci, che si custodiscono entro questi cancelli.

Non è ben conosciuta la provenienza di queste preziose reliquie. Nel 1295 per la prima volta trovasi fatta menzione di esse in un decreto dei padri nostri in cui vien ordinato, che sieno custodite con cancelli e moltiplici chiavi (1).

Vuolsi, che una delle Croci fosse a noi recata da Costantinopoli dal vescovo Alberto, preservata dalle profanazioni nel saccheggiamento dato da' crocesegnati a quella città l'anno 1204. È fuor di dubbio che alcuni vescovi i quali se

(1) Stat. Municip. Mss. riferito dal Rossi. Stor. delle Croci p. 91.

guivano la crociata, in quella catastrofe posero in salvo moltissime reliquie delle quali al loro ritorno arricchirono le chiese d'occidente (1). La capsula entro cui fu da prima riposta è lavoro bisantino; e fra le imagini scultevi sopra si ravvisano S. Elena e Costantino, a' quali sono aggiunte le relative epigrafi con lettere greche in linea perpendicolare, che significano questi due personaggi.

Sopra la porta murata vedesi l'avello in marmo di Berardo Maggi vescovo e principe di Brescia. Oltre la di lui effigie in rilievo vestita cogli indumenti episcopali, sono rappresentate nel fregio del coperchio le principali geste di quell'illustre prelato (in parte volte al muro) e le non ispregevoli scolture, che le esprimono, sono delle prime, che si videro dopo il risorgimento delle arti fra noi. A lato vi è quello spettante al card. Morosini nostro vescovo, scolpito da Antonio Carra bresciano; e ripiegando verso il settimo altare dove si venera una Beata Vergine sotto cristalli opera di Pietro Marone bresciano, si vede il mausoleo del vescovo Domenico de' Domenici morto nel 1478.

La chiesa sotterranea, innalzata forse sull'an

(1) Ciò affermano FLEURY. Lib. 76.—Brixia S. p. 253. Le BEAU. Hist. du bas-empir lib. 4. DARU. Hist. de la Rep. du Venise T. I. copiando tutti, Goffredo di Willehardouin che si trovò presente al fatto.

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