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S. PIETRO IN OLIVETO

Monastero, e chiesa de' quali trovasi fatta menzione alla metà del XII.° secolo (1). Vi abitarono un tempo i Celestini; poscia i Canonici regolari del beato Lorenzo Giustiniani (1437). Rinnovarono questi la presente chiesa con architettura del Sansovino. Rimossi i Canonici, vi subentrarono i Carmelitani scalzi (1669). Finalmente nel 1807 divenne Collegio clericale, o Seminario, convertito ad uso d'ospital militare l'antico, già fondato dal vescovo Bollani nel 1568.

1.° Altare. I SS. Giovanni Evangelista e Lorenzo Giustiniani in atto di ascoltare i consigli della Sapienza, personificata, Moretto. Sulla mezza luna è dipinta S. Teresa accompagnata dagli Angeli, mentre viaggia di notte, Francesco Paglia.

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2. I Magi alla capanna di Betlemme, Agostino Galeazzi. Mezza luna: S. Teresa adornata dalla Beata Vergine d' aureo monile, Domenico Carretti.

3. S. Teresa a' piedi del Redentore legato alla

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(1) Il MALVEZZI. Cron. Mss., e il DONEDA. Zecca di Br. pag. 97 e 98 dicono abitato questo monastero sino dal 1112; nella cui chiesa l'anno 1148 Eugenio III. consagró arcivescovo, Africano. LUCHI mon.ta monast. Leonensis p. 9., e 114.

colonna, Bernardo Strozzi detto il prete Genovese. - Mezza luna, S. Teresa in estasi, Angelo Trevisani.

Sopra i confessionali: due gran quadri dipinti a tempera, che servirono da portelli di organo, esprimenti la caduta di Simon Mago; e i santi Pietro, e Paolo, che sorreggon la Chiesa, Morello. S. Luigi Gonzaga, Sig. Pietro Filippini.

Altar maggiore. La SS. Triade con Maria, e i beati Pietro, e Paolo; e la Giustizia e la Pace, che si abbracciano, Moretto. - Sopra gli stalli del coro quattro tele, di Francesco Richino bresc., cioè; Mosè salvato dalle acque del Nilo. 2. Disseta nel deserto il popolo ebreo 3.o Spezza le tavole della legge, veduta l'idolatria degli Israeliti. 4.o Difende le figliuole di Madian dalle violenze de' pastori. - Appartengono pure al suddetto Richino i Profeti posti sulle due porte laterali.

Nelle due mezze lune al fenestrone: alcuni fatti relativi alla vita di S. Giovanni della Croce, Tortelli. Nell' opposta sopra l'organo, il Celesti dipinse la battaglia tra i cattolici, e i protestanti avvenuta nel 1620, nella quale alle preghiere del venerabile fra Domenico Carmelitano, conseguì l'esercito cattolico piena vittoria. In sagristia vi è del Foppa seniore la S. Orsola con compagne martiri; come pure i santi Pietro e Paolo, in tavole separate con fondo dorato.

5. S. Giovanni della Croce ec., Tortelli; del

quale è pure la mezza luna esprimente Gesù Cristo, che addita a S. Teresa il luogo di pena

eterna.

6. Patetica scena è quivi rappresentata; il Redentore, cioè, caduto sotto il carico della croce, e confortato dalle pie donne. L'autore del qua dro Vincenzo Foppa il giovane, benchè ne' contorni manifesti qualche traccia del secolo in cui fu educato all'arte, l'eccellenza però del disegno, la molta espressione, e l'armonia delle tinte fanno giustamente apprezzare questo lavoro, e riguardarlo siccome de' più belli del nostro artista (1).— Mezza luna, la morte di S. Teresa, Giovanni Segala.

7. Beata Vergine, e le sante Cecilia, e Caterina con tre ritratti, Galeazzi. — Mezza luna: Gesù Cristo in forma di bambino esce dall'ostia, e vola verso santa Teresa, Celesti.

Sopra la porta maggiore: S. Giovanni della Croce coronato dal Redentore, Pompeo Ghiti.

Nel chiostro vi è bella cisterna; e nella così detta cappella di S. Barnaba, e in una stanza annessa, e nel corritojo superiore vi sono pitture a fresco del Foppa juniore. Nel refettorio poi dei professori, la Beata Vergine, e S. Caterina ec., del Romanino.

(1) Questa tavola dal LANZI p. 47. viene attribuita a Paolo Zoppo; e poscia a p. 395. la dice dipinta da Vincenzo Foppa. Vedi Storia pittorica T. II. parte I. Edizione Bassanese 1795 - 96.

SACRO CORPO DI CRISTO

Rinnovato il tempio nel XVII.° secolo rimase intatta la sua facciata antica. Fu essa dipinta a fresco da un nipote di Pietro Marone frate Gesuato, ordine religioso che abitava questo monastero, prima che ad esso succedessero i riformati di S. Francesco. Dipinse pure alcune pareti nell'uno de' chiostri annessi, come pure nel refettorio.

Primo Altare. S. Antonio di Padova, Bernardino Bono. Nel 2. vi sono, la nascita del Redentore, e due quadri laterali, di Pietro Maria Bagnadore. - Segue al 3.o l'Immacolata Concezione, Agostino Saloni. Quadri laterali, Francesco Paglia. San Pietro d'Alcantara, Ghiui.S. Benedetto, Giovanni Batista Brentana.

Di fronte al 2.° altare osservasi un mausoleo, d'ignoto autore, ornato di minuti intagli, medaglie, e bassi rilievi in bronzo, e in marmo. È desso un monumento d'arte de' più pregevoli che si vegga tra noi, e tra quanti se ne eseguirono in Italia nel secolo XVI.o

Nello scendere da questo colle si vede la facciata della Chiesa di S. Giulia di stile palladiano, costrutta in marmo, e compita nel 1599; e nel suo interno freschi bellissimi del Foppa juniore.

L'attiguo monastero (ora alloggiamento militare) ebbe fondazione nel VIII.° secolo dal re

Desiderio. (1) Oltre a molte colonne, e capitelli antichi romani, e longobardici posti in opera in diversi luoghi di esso, è pure osservabile una cappella di forme gotico-antiche, e presumibilmente del XI.° secolo, l'esterno della quale vedesi movendo verso Mercato nuovo.

Esiste parimenti in esso la basilica del Salvatore, prezioso monumento dovuto alla pietà del sullodato monarca longobardo, e dei rarissimi, che intatto nella massima parte abbia varcato i secoli insino a noi. La sua conformazione è quadrilunga a tre navate, la maggior delle quali

(1) Quest' ultimo re della nazione longobarda dal notaro RODOLFO, dal MALVEZZI, e dal MARGARINO Si dice bresciano. Al suddetto monastero fondato, ed ampiamente arricchito denominato del Salvatore, ed anche di S. Michele Arcangelo, e di S. Pietro, poi di S. Giulia, si deve aggiugnere la fondazione d'altro monastero posto un tempo ad Leones ossia a Leno. In questo di S. Giulia vi era abbadessa una sua figliuola per nome Ansilberga, siccome consta da molti atti di donazione fatti ad essa, il più antico de' quali si riferisce all'anno II.° del regno di Desiderio, e 1.o di Adelchi Indiz. XII., corrispondente al 758. Col progresso di tempo due altre figliuole, e la moglie stessa Ansa, fatte religiose, vi passarono il rimanente de' loro giorni. Docum. Autog. esistenti nella Bibliot. Queriniana.— BAITELLI Ann. del monast. MURAT. Antiq. It. M. E. T. V. pag. 297. e seg.- Vedi p. 49. not 1. di quest' opera.

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