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Primo Altare. Gesù Cristo deposto dalla cro

ce, Domenico Zeni. — 2.° S. Filippo Neri, Jacopo Zoboli. 3. S. Francesco di Sales, Antonio Balestra.

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Altare Maggiore. La presentazione al tempio di G. C., viene annoverata tra le migliori produzioni del pennello di Pompeo Balloni.

5. S. Carlo Giovanni Batista Pittoni.

6. S. Giovanni Nepomuceno del suddetto Batloni.-7. S. Maurizio, Monti.

Le scolture agli altari, e nelle nicchie, Antonio Calegari.

Nelle sale, ed ambulacri annessi alla chiesa vi sono altri dipinti, tra quali la tavola della chiesa vecchia esprimente la presentazione al tempio di G. C. opera del Marone. In sagristia il soffitto è del Monti; siccome lo è quello dell' oratorio, il cui quadro della B. V., S. Filippo con fanciulli, è lavoro del Sig. Pietro Deorazio.

FONTANA DELLA PALATA

La grande fontana collocata all' imbasamento di questa torre, che, come si disse, trasse il nome da uno stecconato di pali, fu disegnata e modellata dal Bagnadore, ed eseguita in mar mo da Valentino Bonesino, ed Antonio Carra scultori.

In vicinanza di S. Agata al n.o 1443 vedesi

un casino in marmo di belle modinature, ornato di fregio con putti e fogliami, del bel secolo delle arti.

S. AGATA

Parrocchiale d'antica fondazione rimodernata nel XVII.° secolo. Tre SS. in marmo sulla porta esterna, Antonio Calegari. La chiesa è tutta dipinta dal Sorisene, con figure del Ghitti.

Primo Altare. SS. Carlo, e Francesco', Antonio Gandini. 2o. Il Redentor morto, e le Marie, Antonio Balestra. A lato vi sono: Davide che riceve i pani da Achimelecco; ed Elia refiziato dall' Angelo, Antonio Pellegrini. Statue in marmo, Santo Calegari.

Altare Maggiore. SS. Agata legata in croce e Pietro, e Paolo Apostoli ec., pittura attribuita a Callisto da Lodi. Otto tele in forma ovale con istorie Scritturali, Tortelli. Nelle nicchie i quattro Evangelisti statue in legno, Santo e figliuoli Calegari. I freschi sotto la volta del coro, Pietro Marone, con ritocchi.

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4. Martirio di S. Lucia, Girolamo Rossi: due quadri a olio di fianco all' arcata, Tortelli; il Marone colorì a fresco quelli delle altre

arcate.

Le due tavole al 5.° altare esprimenti i pastori al presepio, e l'adorazione de' Magi furon dipinte dal Foppa giovane. L'osservatore avrà

già notato, che l'artista ha qui spiegato tal forza di colorito, e di chiaro - scuro sconosciuta affatto in altre sue opere. Sull'alto delle ba laustrate, che girano intorno alla chiesa, vi sono quadri del Ghitti, Paglia, Giugno, Cappello ec.

Di prospetto ad una delle porte minori, che riescono nel corso de' mercanti, si vede una facciata di casa dipinta da Lattanzio Gambara. Nei tre piani ivi espressi, sembra a noi, che vi sieno figurati i tre stadj principali della vita umana; la gioventù nel primo; nel secondo la virilità; nell' ultimo la vecchiaja.

In fianco della Loggia evvi altra casa il cui esterno è tutto colorito dal Gambara con figure allegoriche. E nel vicino palazzo di Giustizia, s' osserva gran sala parimenti ornata con pitture dallo stesso autore. Alle storie mitologiche ivi rappresentate vi ha aggiunti in gran dimensioni i personaggi, che hanno relazione ai quadri minori, Opera è questa assai pregiudicata dai ritocchi.

PALAZZO DELLA LOGGIA, O MUNICIPIO

Alla costruzione di questa marmorea fabbrica, eui Palladio diede l'appellativo d'eccellentissima, concorsero i primi padri dell'architettura; ed altri valenti artisti furono scelti a compirne le decorazioni. Venne fondata l'anno 1492, ed ebbe in: cominciamento dalla Loggia, modellata da Tom

maso Formentone, proseguita dal Sansovino nel secondo piano, e perfezionata dal Palladio, che diede forma alle fenestre (1).

Nella grande Sala designata alle adunanze comunali, gli adornamenti erano in armonia colla bellezza delle parti esterne. Bassi-rilievi, e statue, colonne scanalate, trabeazioni, fregi intagliati a figure e fogliami, ogni cosa in marmi. L'impalcatura dipinta con partiti architettonici da esperti pittori, alla quale accrescean pregio tre grandi tele in forma ottagona colorite da Tiziano; il tetto di piombo, sormontato da statue in marmo e in bronzo; tutto questo complesso di oggetti mirabili per sceltezza di forme, e preziosità di materia fu vittima in poche ore di vorace incendio nel 1575, un anno dopo che i nostri maggiori videro compita mole sì augusta.

Per far ragione pertanto del molto, che rimane, e di ciò che si era progettato alla sua instaurazione diremo; che nel passato secolo con disegno del Vanvitelli fu messa mano alla riedificazione della sala superiore, non che all'attica dal tetto; ma vicende politiche impedirono fortunatamente, che fosse continuata l'opera, imperciocchè l'innesto inconsiderato di sì opposti stili, sarebbe tornato a troppo scapito di questo edificio nobilissimo.

Gl' intagli in marmo de' quali va adorna, si

(i) ZAMBONI. Fabb. di Brescia p. 75, e 139.

eseguirono da differenti scultori. I busti Imperiali posti al lato meridionale, ed occidentale ed alquanti anche a settentrione in numero di ventuno, sono di Gaspare da Milano. Fece inoltre il S. Apollonio sotto la volta in faccia alla scala, ed alcuni capitelli. Gli altri busti furono eseguiti da Antonio della Porta.

Nella fronte, che guarda la piazza vi sono due candelabri antichi trovati nello scavarsi delle fondamenta d'altre fabbriche. Tra questi noverasi quello posto all'angolo della facciata a destra, che volge a mezzo giorno, il quale venne supplito nella parte mancante da Antonio Colla autore del fregio: antico in parte è anche il secondo, e i due che seguono (1).

Nella facciata a settentrione da sera a mattina, il primo candelabro è di Jacopo Fostinello; il secondo e terzo, degli scultori Martino della Pesa, Antonio Casella, e Giovanni da Lugano : il quarto, e il quinto, del Colla, il quale fece al sesto, che è antico, il capitello. I quattro pilastri nella facciata occidentale, furono intagliati dal Fostinello.

Verso piazza. I SS. Faustino e Giovita, come pure la Giustizia, Gio. Batista Bonometti: La Fede, Federico da Bagno.

(1) Si riferiscono soltanto i nomi di que' scultori, che si trovano registrati ne' libri dell' Archivio Municipale.

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