Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione fiorentina,: Controversie sulla Gerusalemme liberata

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Presso Niccolò Capurro, 1828
 

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Página 217 - n fra duo poggi siede ombrosa valle, Ivi s' acqueta l' alma sbigottita : E com' Amor la 'nvita , , Or ride or piagne, or teme or s' assicura ; E 'l volto , che lei segue ov' ella il mena , Si turba e rasserena , Ed in un esser picciol tempo dura : Onde alla vista , uom di tal vita esperto Diria : questi arde, e di suo stato è incerto.
Página 115 - Sai che là corre il mondo, ove più versi Di sue dolcezze il lusinghier Parnaso; E che il vero, condito in molli versi, I più schivi allettando ha persuaso : . Così all'egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso : Succhi amari ingannato intanto ei beve, E dall
Página 22 - Dante dalla falsità de' suoi principj dipende. Pone egli per essenza della Poesia, non i concetti, o la favola, come Aristotile , ma il verso , e la corrispondenza delle rime , dalla qual vuole , che tutte l'altre cose prendano legge, e si determinino.
Página 174 - Si scote allor Tancredi, e dal suo tardo pensier, quasi da un sonno, al fin si desta, e grida ei ben: — La pugna è mia; rimanti.
Página 151 - Orrida maestà nel fero aspetto terrore accresce, e più superbo il rende: rosseggian gli occhi, e di veneno infetto come infausta cometa il guardo splende, gl'involve il mento e su l'irsuto petto ispida e folta la gran barba scende, e in guisa di voragine profonda s'apre la bocca d'atro sangue immonda.
Página 270 - 1 mondo, ea mano a mano Vie più rari n'aspetta il tuo valore, Maraviglia non é, ch'i' ammiri e onore Peregrino quantunque e di lontano. Salviati, il promesso a noi volume Dona omai, che ne scopra a parte a parte Di Parnaso ogni occulto ermo sentiero: E scacciar l'ombre, e illuminar le carte Di poesia vedrem dal vivo lume Del tuo intelletto, ed abbracciarsi il vero.
Página 29 - Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de
Página 52 - Etiope adusto Riverir fai la tua candida Croce ; Né di te regna il più saggio, o 'I più giusto ; Tua fama, ch' alcun termine non serra, Qui tratto m' ha fin dall
Página 25 - È nondimeno da sapere, che, nelle voci senza termine, suole la lingua bene spesso pigliar quelle, che attivamente si dicono, e dar loro il sentimento della passiva forma: La Reina conoscendo il fine della sua signoria esser venuto, in pie levatasi, e trattasi la corona, quella in capo mise a...
Página 39 - Orlando, che gran tempo innamorato Fu della bella Angelica, e per lei In India, in Media, in Tartaria lasciato Avea infiniti ed immortai trofei, In Ponente con essa era tornato, Dove sotto i gran monti Pirenei Con la gente di Francia e di...

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